La concezione della natura in Giordano Bruno

giordano bruno
Perchè Giordano Bruno come punto di riferimento del nostro coordinamento?
Con questo intervento ci proponiamo di riaprire un dibattito culturale, più volte interrotto, che non assimili la specificità, originalità e attualità delle opere del nolano ad una vaga teoria del libero pensiero che vede in lui esclusivamente la vittima di un potere oppressivo . Con questo non vogliamo dire che tale visione sia errata, ma parziale e quindi insufficiente a rintracciare le motivazioni ed i principi ispiratori del pensiero bruniano come centro di “ resistenza” a tale potere.
-  Il primo punto di convergenza tra il nostro coordinamento ed il pensiero  
   bruniano è sicuramente riferibile alle forti similitudini con i tempi attuali.    
   L'epoca bruniana è caratterizzata dalla grande rivoluzione della stampa e del 
   libro, così come oggi assistiamo ad una rivoluzione epocale con la diffusione 
   di internet. Bruno può infatti essere definito “uomo tipografico” secondo la 
   accezione di Marshall Mc Luhan , allo stesso modo in cui il giovane di oggi 
   può essere definito “internauta”.
– Il secondo punto di convergenza si può rintracciare nella cultura del
   Rinascimento, dove scienza ed arte si fondono armoniosamente con
   la natura, fenomeno che larga eco e rispondenza trova oggi nelle nuove
   generazioni.
-  Il terzo punto, correlato ai due precedenti, rimanda alla cosmologia di
   Bruno, le cui implicazioni tanta importanza rivestono nelle attuali
   tendenze culturali, filosofiche, antropologiche e psicoanalitiche.
   L'immaginario (da imo-ago, agisco nel profondo), strumento principale
   di tale cosmologia, è quel che ieri come oggi va represso, negato ed
   occultato.
   La visione del mondo deve essere “certa” , materiale, magari da
   contrastare “eroicamente” fino ad un eventuale sacrificio sempre
   strumentalizzabile con una eventuale “santificazione”, come in realtà è
   avvenuto anche con Bruno stesso,ma tale visione non deve
   assolutamente essere plastica, malleabile, flessibile così che l'Uomo
   non possa in alcun modo dirsi “ faber fortunae suae”;
-  Il quarto punto, relativo alle accuse mosse a Bruno dal tribunale 
   dell'inquisizione, riguarda l'antitrinitarismo che tanta importanza tuttora riveste 
   in quella “riforma radicale” di cui si parlerà in altri interventi.
   A tale riguardo citiamo M. Ciliberto : “ Nel caso di Bruno il nome di Erasmo 
   era già stato preceduto ed affiancato da quello di Ario ; di lì anzi era partito il 
   nuovo processo...una posizione da eretico...(in cui) l'antitrinitarismo messo a 
   fuoco in convento è una struttura teorica di fondo della musa nolana”(1).

Sin dalle origini due sono le componenti fondamentali che hanno ispirato le nostre ricerche e che ritroviamo in G. Bruno, la prima è quella che potrebbe essere definita della “libertà di coscienza”, creazione dello spirito ateniese, che accomuna secondo Diltey diversi liberi pensatori che nelle più lontane epoche storiche hanno dato voce ad una visione del mondo in cui la coscienza è consapevole della propria essenza come distinta da ogni causalità fisica, da Anassagora a Socrate, da Galileo a Kant, da Voltaire a Bertrand Russel, ed è grazie al loro coraggio e alla loro dedizione contro i dogmi che dobbiamo le maggiori conquiste della nostra civiltà. A tale concezione è unito Bruno:

• dal suo antidogmatismo, che ne fa anche un antitrinitario.
• da quella parte del suo pensiero che rivolge alla ricerca libera ed aperta, 
  per cui abbraccia con entusiasmo la Rivoluzione Copernicana che non
  costituisce solo una ipotesi matematica, ma una vera liberazione da tutte
  le false gerarchie cosmiche create dall'affermarsi della concezione 
  romano bizantina.
• dal valore etico dato alla libertà di azione che si spinge a rompere il 
  vincolo di condizionamenti e verità predeterminate fino al supremo 
  sacrificio della vita, quindi nella concezione di una “eroica” autonomia 
  etica, antesignana di Kant.
La seconda componente è quella inerente strettamente al pensiero bruniano preso di per sé, ma anche come simbolo di quella antichissima visione del mondo che potremmo definire panteista, che va dalla Scuola Ionica, fino a Bruno stesso, a Spinoza, Leibniz, Goethe, Schopenauer, Scleiermacher, ad essi dobbiamo quella intuizione complessiva delle parti in un tutto di cui gli stoici parlavano. Quando si cerca di immaginare l'anima mundi onnipervadente si arriva ad una concezione fisiologica, l'Universo pulsa come le fasi sistole – diastole del cuore, la natura respira. Pensare in chiave logico-concettuale questa vita significa rifondare la razionalità dominante in maniera diversa da quella auspicata dalla rivoluzione scientifica del '500-'600, che a lungo è stata considerata un periodo di illuminazione intellettuale durante il quale la nuova scienza della meccanica ed una corrispettiva weltanschauung meccanicista gettarono le basi del moderno progresso scientifico, tecnico e sociale. In presenza della crisi attuale legata all'esaurimento delle risorse naturali la società occidentale sta cominciando ancora una volta a riprendere in considerazione i valori ambientali del mondo premeccanico. Accanto ai consueti argomenti contro la tecnologia meccanicistica, si stanno richiamando in vita i presupposti olistici sulla natura, nella convinzione ecologica che ogni cosa sia connessa ad un'altra cosa, che ogni nicchia abbia un rapporto dinamico con l'ecosistema circostante; si può portare come esempio Frederick Cléments, la cui teoria sulla successione delle piante, si fonda sull'idea che la comunità delle piante cresce, si sviluppa e matura in modo simile ad un singolo organismo. Questa teoria ci riporta a quelle concezioni neoplatoniche del Rinascimento che diedero luogo ad una interpretazione della natura come anima del mondo che trovano in Telesio, Bruno e Campanella i maggiori esponenti, Giordano Bruno in particolare mettendo in discussione l'autorità di Aristotele minò l'ordine sociale costituito. L'affermarsi del meccanicismo sulle teorie vitaliste ed organiciste, che forniva tecniche di controllo in una cornice utilitaristica, ricostituiva e garantiva l'ordine aristotelico turbato dalle suddette teorie.
La concezione bruniana della materia,come principio attivo e creativo della natura, con il primato organicista rifletteva il crollo dell'ordine sociale gerarchico aristotelico.
Tale concezione riecheggia Duns Scoto e Telesio ed anticipa molte moderne teorie della scienza,da Eddington e Whitehead ad intuizioni della fisica relativistica e quantistica, dall'anarchismo epistemologico di Feyerabend alla cosiddetta Scuola di Princeton (2).

Al concetto di una natura organica, il cattolicesimo prima ed il meccanicismo poi oppongono una visione della natura e quindi della donna, come disordine. La strega torturata secondo il manuale dell'inquisizione è portata come esempio nei primi manuali di metodica scientifica.
L'ipotesi poi risultata vincente, non è quella cooperativa e sinergica della biologia e della biosociologia, bensì quella meccanicamente gerarchizzata dall'ingegnere all'operaio che sarà cooptata dalla società manifatturiera prima e capitalista poi. Un modello questo che da diversi anni sembra in crisi, si parla spesso di società post industriale, ma a quanto pare un modello duro a morire, che si ritrova in varie concezioni filosofiche (da Cartesio ad Hobbes a Gassendi) diverse ma accomunate tra loro da una vera idolatria dell'universo concepito come “congegno amministrativo”. Questo modello impregna talmente l'aura dei tempi che la concezione stessa del “tempo” viene ad assumere quella di congegno meccanico, solo quantitativamente concepibile e quindi spendibile. Viceversa la concezione bruniana del tempo anticipando quelle che saranno poi le considerazioni di alcuni esponenti della scuola di Francoforte, si avvicina alla concezione indiana del tempo non meccanicizzata, secondo gli schemi delle allora nuove tecniche di orologeria, ma viva e pulsante che ora si condensa ed ora si dilata.
Tale concezione non è solo orientale ma appartiene anche alla scuola Ionica, che con l'oriente ha avuto comunque frequenti contatti, ed è proprio con la massima di uno dei componenti di questa scuola, Eraclito che possiamo sintetizzare la filosofia del Nolano: "tutto è uno" intendendo che qui si parla comunque di "coincidentia oppositorum" ovvero superamento di ogni dialettica, anche quella delle due componenti dilteyane cui abbiamo accennato, l'Assoluto infatti non è "trascendente nè immanente" in quanto infinitamente trascendente ed infinitamente immanente. Si armonizza comunque non nelle singole cose ma nella trama totale e vivente delle cose.
Concludiamo citando Bloch quando afferma che l'inattualità può diventare positiva se si configura come anticipazione. Come Giordano Bruno, coloro che apparvero prematuramente divennero Eroi Tragici.
 
      

 

(1) M.CILIBERTO – INTRODUZIONE A BRUNO- EDIZ. LATERZA

 (2)IL MOVIMENTO NEO- GNOSTICO E' IN REALTA' INIZIATO A PASADENA.

G.STROMBERG.”L'ANIMA DELL'UNIVERSO” PASADENA-1939

 Coordintercom



Home page‎ > ‎Etno-antropologia e letteratura‎ > ‎