Da Herman Hesse Mio padre - così come mia madre e il padre di lei - aveva speso l'intera vita al servizio della missione cristiana in India, e benché la consapevolezza che non esiste una gerarchia delle religioni si fosse poi manifestata solo in uno dei miei cugini e in me, già mio padre, mia madre e mio nonno non possedevano soltanto una conoscenza vasta e piuttosto approfondita della religiosità indiana in tutte le sue forme, ma verso tali forme nutrivano anche una simpatia non del tutto confessata. Per contro ho conosciuto il cristianesimo in una forma che incise, univoca e rigida, sulla mia vita: una forma debole ed effimera, che oggi è ormai superata dai tempi e quasi scomparsa. L'ho conosciuto come protestantesimo di stampo pietista, e l'esperienza è stata forte e profonda; perché la vita dei miei avi e dei miei genitori fu interamente improntata al regno di Dio, ed è trascorsa al suo servizio. Che gli uomini considerino la vita come un bene concesso loro da Dio a mo' di beneficio e si propongano di viverla non sotto la spinta dell'impulso egoistico, ma piuttosto come servizio e sacrificio al cospetto di Dio: questa importante esperienza ereditata dall'infanzia ha profondamente influenzato la mia vita. Non ho mai preso del tutto sul serio il "mondo" e gli uomini di mondo, e con il passar degli anni lo faccio sempre meno. Ma per quanto grande e nobile fosse quel cristianesimo, praticato dai miei genitori come vita vissuta, come servizio e sacrificio, come comunità e missione, le forme confessionali e in parte settarie, in cui noi bambini lo conoscemmo, mi risultarono già molto presto sospette e in parte davvero intollerabili. [...] A confronto con quel cristianesimo così angusto, con i suoi versi un po' dolciastri, con i suoi pastori e i suoi sermoni in genere così tediosi, il mondo della religione e della poesia indiana era certo molto più allettante. Lì nulla mi incalzava da presso, lì non dominava il sentore di quei modesti pulpiti pitturati di grigio né delle pietistiche scuole domenicali: la mia fantasia poteva spaziare, io potevo accogliere in me senza resistenze i primi messaggi che mi giungevano dal mondo indiano e i cui effetti sarebbero durati per tutta la vita. Traduzione Massimo Mila (© 2012 Adelphi Edizioni) Home page > Etno-antropologia e letteratura >
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