La calunnia è un venticello Un’auretta assai gentile Che insensibile sottile Leggermente dolcemente Incomincia a sussurrar. E pensare che queste parole, che rendono in maniera pregnante l’idea di quale cosa ignobile sia la calunnia, le ascoltai per la prima volta alle scuole elementari grazie alla mia maestra. Una persona che non dimenticherò mai, una di quelle figure mitiche che per sempre resteranno impresse nei miei ricordi più cari. Queste parole che ci fece ascoltare con leggerezza, e sulle quali ci propose una riflessione da trasformare in tema personale, con il trascorrere degli anni hanno assunto un sapore diverso, se vogliamo molto più amaro, lasciando intatto però il loro insegnamento più profondo: il rispetto per gli altri. La mitica Maestra A.G. era una che badava alla forma e al contenuto, era (ed è) una donna che parla chiaro e sa guardare dritto negli occhi; ma la sua dote migliore era (ed è) la gentilezza che sapeva conservare in quello sguardo fisso, in quel sorriso, in quella parola sincera, la capacità lieve e rara di dire la verità senza offendere o dare dispiacere. La calunnia, il chiacchiericcio, la maldicenza, sono le scorciatoie più facili e levigate: perché sputare una sentenza o tentare di infangare qualcuno è molto più semplice e meno impegnativo che porsi delle domande su se stessi e cercare di vedere le cose in modo obiettivo. La calunnia, soprattutto se dietro lo schermo di un pc, ti mette al riparo dall’incapacità di trovare il coraggio di uno sguardo da sostenere. Ti permette di lavorare in ombra se non hai palle a sufficienza per affrontare una situazione o una persona. La calunnia è per i poveri di spirito, di coraggio e di personalità, questo è quello che mi ha insegnato A.G., la calunnia la usano i vigliacchi e alla calunnia prestano orecchio i meschini. ... di Enrico Serani 5 maggio 2011 |
Home page > Diritto e letteratura >