Faust è nel suo studio, sta rivedendo le bozze del primo volume della sua Opera Omnia. Preso dal disgusto per la sua stessa vana scienza, rieccolo alle ben note nostalgie: l'amore, la giovinezza. Invoca il principe degli abissi, che appare; e gli propone lo scambio che conosciamo. Mefistofele sorride gentilmente. Volentieri ridarebbe a Faust, in cambio della sua anima, gli anni perduti, che il ricordo tinge di rosa. Ma oggi tutti vogliono dannarsi per molto meno, senza pegni, c'è chi si danna per curiosità, o per noia; respinge quindi moltissime offerte. Se accettasse tutte le anime! Faust, ironico e irritato: “dovrò allora salvarmi ad ogni costo?” Risponde Mefistofele, con l'implacabilità di un banchiere: “No, eccellenza, lei si perderà per niente, ecco tutto”. Faust si fa lamentoso e implora: “E i miei anni, l'amore, la vita?”. Mefistofele, abbastanza gelido: “Attimi fuggenti, eccellenza”. Poi inchinandosi e rientrando nel buco del pavimento, aggiunge severo: “Torni piuttosto alle sue bozze e corregga bene; non c'è niente di peggio di un libro con errori di stampa”.
(Ennio Flaiano) |